25 settembre 2008

La spada nella chiappa

Due giorni fa mi sveglio con il collo bloccato e la testa inclinata di svariati gradi sulla destra. Ohibò - mi dico - ho il torcicollo! - e mi sento un po' più matura. Mia madre decide di recarsi dal medico per fare la fila al posto mio, mentre io trascorro il pomeriggio a cercare invano una posizione antalgica. All'ennesimo: "Ah! Non va bene neanche così", il cellulare squilla. È mia madre: tra tre vecchi è il nostro turno e devo farmi scarrozzare in ambulatorio. Attendo cautamente alla vestizione, con cura avvolgo l'ambaradàn cervicale in una sciarpetta e mi faccio accompagnare dal coniuge. Pago un grattino per parcheggiare, dopodichè mi presento dal medico che mi prescrive un paio di fiale da mescere e farmi sparare intramuscolo e una spuma che diventa pomata che diventa olio per uso topico. Miracolosamente, il collo quasi non migliora, ma lo stomaco inizia a regalare grandi emozioni. Se domani non sarò deceduta grazie ai farmaci iniettatimi in chiappam, avrò raggiunto un nuovo e più alto livello di invulnerabilità. L'immortalità è dietro l'angolo, ancora un piccolo sforzo. Datemi del latte cinese in polvere, orsù.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

...ma no, il latte cinese in povere non fa per te...tu non sei compresa in quel piano di regolamentazione dell'aumento demografico...

Maria Cristina ha detto...

piccolina mi dispiace :-(

rimettiti (e non rimetti!) presto!

bacini ini ini...

ma "il coniuge" te li sta dando i bacini sulla bua??? Ovvero sta facendo il suo doveroso dovere?
ciauuuuuuuuuuuuuuu