26 maggio 2009

Apnea

Mentre tu parli
io sto nuotando in piscina come la sera scorsa,
sto sentendo l'odore della salsa della domenica,
sto canticchiando un ritornello.

Tu parli parli parli,
ma
io sono già fuori dalla stanza,
non ho neanche aperto la porta o la finestra

eppure
sono
fuori.

23 maggio 2009

Memento

Si perdono tra le pieghe della corteccia cerebrale, avvolte nei passati remoti, certe memorie poco importanti appartenenti ad una vita che non è quella di adesso. Così si dimenticano le voci di chi un tempo ci è stato vicino e in questa fumosità indistinta si indovina solo una sensazione, la forma di una bocca o un frammento qualunque, l'estrema sintesi di un essere umano.

15 maggio 2009

Le basi

Alle elementari disegnai due alberi.

"Caro vieni da me!", diceva uno.
"Non posso, ho i piedi sottoterra!", rispondeva l'altro.

14 maggio 2009

Il cane

Questa è la storia triste di un cane che non vedeva il proprio guinzaglio e invano girava intorno al palo a cui era legato. A volte si annoiava e iniziava a tirare finchè la tosse non lo soffocava. Un uomo gli portava da bere e da mangiare e in quei momenti il cane era felice. Poi riprendeva a girare in tondo, ignaro della catena. I tempi del recinto erano lontani. Allora sì che il cane si era sentito schiavo, con quella palizzata che gli oscurava l'orizzonte, ma le cose erano cambiate. Adesso il cane dominava tutto con lo sguardo, poteva vedere tutto intorno a sè, tutto tranne la sua catena.

Una volta gli si avvicinò una bambina e lui la sbranò. Riconobbe di avere sbagliato e si disse che era giusto che fosse punito col bastone e col digiuno. Quando la sua pena fu scontata e la sua ciotola riempita, il cane si sentì di nuovo libero, mentre la catena che non poteva vedere gli piagava il collo. La sua vita riprese regolarmente, intorno al palo a cui era legato. Una notte, un uomo incappucciato si avvicinò al cane che dormiva e gli tirò un calcio. Il cane si svegliò con una fitta alle costole, guaendo. Memore della pena scontata per aver sbranato la bambina, si lasciò picchiare senza reagire. Voleva continuare ad essere libero, pensava, non voleva tornare in prigione.

Quella notte il cane morì, convinto di aver difeso la propria libertà.

E questa è la storia triste di un cane che non vedeva il proprio guinzaglio.

2 maggio 2009

Breve storia da nulla

Pensavo di essere pessimista, poi ho trovato un test sul giornale. Diceva che per sapere se si è ottimisti o pessimisti bisogna andare allo specchio e guardarsi gli angoli della bocca. Angoli in su: sei ottimista. Angoli in giù: giassai. Non barare è fondamentale. Io pensavo di essere pessimista e invece ho gli angoli in su. In un attimo ho ricevuto il nullaosta a sorridere.