20 novembre 2008

Sounds good

Cerco musica per l'autunno-inverno 2008. Prevalentemente, mi piacciono i toni dell'arancione e del verde, i maglioni soffici, la cannella, i suoni che mi portano via. Consigli?

19 novembre 2008

Autoritratto

Avere tempismo non rientra tra le mie caratteristiche. Al liceo ero timidissima e trascorrevo le giornate deliziandomi sul Rocci, mentre ora che dovrei incatenarmi alla sedia per dare una pernacchia d'esame, ho bisogno di contatto umano a getto pressochè continuo e non faccio altro che distrarmi. Ho fatto male i conti e ribaltato le priorità. Il tempo per godersela viene prima, poi viene il momento d'impegnarsi. Ho letto di una rara malattia per cui i bimbi invecchiano precocemente. Credo di essere affetta da un morbo esattamente speculare: sono nata vecchia e man mano che passa il tempo ringiovanisco, o meglio, regredisco. La mia età emotiva è inversamente proporzionale a quella anagrafica, per questo mi sento tutta sottosopra. Da tempo la torta di mele non mi soddisfaceva più, eppure è sempre stato il mio dolce preferito. Mi piaceva creare disegni con gli spicchi di mela sul composto ancora crudo nella tortiera e vedere attraverso la finestrella del forno la pasta che cresceva a cupola. Di punto in bianco, il mio interesse per questo dolce è svanito: il sapore mi tediava, la sua vista mi ammosciava. Ho pensato bene, allora, all'ennesimo ribaltamento psico-temporale nella mia crescita sghemba e sapete cosa ho fatto? Ho preparato la torta di mele rovesciata: mele sotto e composto sopra. Nessun disegno con gli spicchi, ma una sacra confusione di base, con aggiunta di cannella. Quando ho aperto il forno, ne ho tirato fuori il dolce al contrario più buono del mondo. Ho guardato la sua superficie piatta e inespressiva. "Il più bello è sul fondo", mi sono detta.

16 novembre 2008

Romantico autunnale - notturno meridionale

Ho preparato il brodo, le verdure al vapore sono cotte e già che c'ero ho sperimentato una nuova torta di mele, sparita nelle gole degli astanti nel tempo che una farfalla impiega per un battito d'ali. Ieri notte la cucina odorava di cannella e burro fuso e un tepore rassicurante proveniva dal forno, mentre fuori pioveva e noi tenevamo la porta del balcone aperta per sentire il rumore dell'acqua. Gli ultimi sono andati via, chi col suo pezzo di torta ben impacchettato, chi dopo essersi addormentato sul divano e siamo rimasti noi, il cappuccino e i video rap di mtv.

15 novembre 2008

Indietro tutta

Sono viva e lotto insieme a voi. Ho solo un po' di cose da fare, neanche troppe, ma è evidente che nella mia esistenza precedente ero un bradipo e ancora mi porto dietro gli strascichi del karma. L'inverno inizia molto timidamente, spiscettando un po' di pioggia qua, soffieggiando del venticello là, ma con molta cautela. Manca poco al Natale. Facendo un giro nei negozi, già si vedono allineate sugli scaffali le munizioni per la grande festa. Alle elementari ogni anno la maestra ci dava i compiti per le vacanze natalizie e non mancava mai il tema in tema, in cui scrivevo che Natale non è solo consumismo e che dovrebbe essere natale ogni giorno nei nostri cuori. Sapete che ci credevo? Fortunatamente, però, il catechismo e le pubblicità dei panettoni non hanno mai avuto la meglio sugli spot della Barilla e mi sono emancipata relativamente presto dalle fregnacce sulla neve e sulla mangiatoia di Betlemme. A diciott'anni. Ho smesso di chiedermi cosa sia la mirra, ma ancora spero di trovare un gattino bagnato uscendo da scuola e di portarlo a casa sotto l'impermeabile giallo per proteggerlo dal temporale. Oppure di andare a prendere all'aeroporto una sorella adottata proveniente dalla Corea del Nord e di aiutarla a sentirsi a suo agio mangiando spaghetti con le mani. Ho sempre desiderato un gattino trovatello e una sorella adottiva. Sapevo che sarei stata avanti, se li avessi avuti. Ora, invece, mi basta guardare Quattro bassotti per un danese, Mary Poppins e La fabbrica di cioccolato - quello con Gene Wilder - in stretta successione per stare abbastanza indietro da sentirmi bene.

3 novembre 2008

Shqiperia è qui!

Ho sognato che andavamo a Trani con l'autobus. Eravamo io, Nicla, Mariella, i miei genitori e Tango cucciolo. La strada era piena di curve e tornanti e s'inerpicava sulle montagne fino ad altezze da vertigine. Ad un certo punto eravamo circondati dalla neve e dal ghiaccio, poi iniziava la discesa. Per andare a Trani, non dimentichiamo. L'autista andava in discesa alla velocità della luce, regalandoci sensazioni da montagne russe. Guardavo dal finestrino e vedevo la stradina tortuosa e gli strapiombi. Nessun guard rail. Tango cucciolo dormiva ignaro, stretto tra la mia coscia e la parete del bus e l'unica cosa di cui mi preoccupavo era se, cadendo giù per il dirupo, avrei pensato a salvarlo, ma soprattutto come. Mentre immaginavo me e Tango in caduta libera come in un cartone animato, eravamo improvvisamente arrivati a Trani, in un bar. I miei genitori erano sani e salvi. Mariella sorrideva e mi lanciava occhiate d'intesa, mentre Nicla diceva: "Mai più in autobus, la strada fa schifo e l'autista, oh, è veramente pazzo!", allora le rispondevo: "E che cavolo ci sei venuta a fare in Albania?".

2 novembre 2008

La balena bianca

Riprenderò la settimana con gli occhi appannati, un desiderio indistinto e lontano di leggerezza e la nostalgia per il libro orora finito di leggere. Fa ancora caldo. Non rinnoverò abbonamenti ai treni per cause di forza maggiore. È stato un periodo burrascoso, ma ora si fa surf con i resti della nave. Non mi serve, la nave. Mi basta un pezzo di legno galleggiante.