19 giugno 2008

Lanadivetro

Quando le cose si mettono male, quando ti guardi intorno e tutti sono scappati via, quando la catastrofe incombe come la massa d'acqua del Vajont e ti tieni la testa tra le mani, i gomiti puntati sul tavolino traballante e i capelli unti, è arrivato il momento di metterti a parlare col pulcino punk. Il pulcino punk riempie di allegria anche le giornate più grigie, favorisce il ricambio delle cellule epiteliali delle fauci del tuo cane ma, soprattutto, nel petto gli batte un autentico cuore in lana di vetro. Quando si presentò, col suo papillon verdino e la crestina bianca, era Pasqua e non volevo crederci. La cioccolata delle uova di cioccolata entrava convulsamente nella mia sacca stomacale senza che io facessi niente. Entrava da sola, quasi di corsa, un incubo. Quando, dopo le tante uova di cioccolato al latte, anche quello di fondente si scartò e prese la rincorsa verso la mia bocca, si udì una vocina dire: "Ne lasci un po' anche a me?" e tutte le cioccolate svennero inanimate sul tavolo. Finalmente libera, bevvi un bicchiere d'acqua, mi ripulii la bocca con il polsino della camicia e aprii la finestra. "Chi sei? Fatti vedere!" dissi alla vocina e dalla gamba del tavolo mi arrivò la risposta: "Sono il pulcino punk. Se ti chini a raccogliermi quaggiù mi fai un grande favore". Raccolsi il pulcino punk e lo ringraziai per aver fatto smettere la cioccolata di saltarmi in bocca. Decidemmo che saremmo diventati amici, quindi parlammo per quattro giorni ininterrottamente e quando avemmo finito di raccontarci chiacchiere lui si sistemò sulla stampante del pc. "Ora che siamo amici sono felice, ma sono anche molto stanco. Mi metterò qui a riposare, ma se hai bisogno di me fammi un fischio", disse. Da allora il pulcino punk mi rincuora, consola e apprezza più del mio stesso cane.

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