7 giugno 2008

L'acqua di melone

Sono molto felice per queste giornate fresche, nuvolose, fresche, estive, fresche: amo i nuvoloni di Puglia carichi d'acqua, l'acqua, che in quella terra è più del pane, svegliarmi in piena notte rassicurata dallo scroscio della pioggia e dal suo profumo che s'insinua in casa per la finestra socchiusa. Mi sembra di essere in vacanza: a S. Menaio eravamo soliti trascorrere l'agosto ed era una festa quando si addensavano nubi scure sulle nostre teste e bisognava correre via dalla spiaggia in costume, a piedi nudi, a volte già sotto i tuoni o i goccioloni che si facevano sempre più fitti. Era un diversivo, un'occasione per indossare tute felpate a maniche lunghe che dopo tanto scoprirsi erano una piacevole novità, un modo per far finta che fosse inverno e per godersi, passato il temporale, la spiaggia deserta in compagnia della combriccola adolescenziale estiva. Oppure ce ne stavamo in pineta, tra i profumi di resina e pino che salivano dai tronchi e dalla terra, ad ascoltare musica, a sentirci liberi anche se le nostre case erano ad un passo dalle panchine, ad innamorarci e disamorarci gli uni degli altri. Poi, se il cattivo tempo continuava, con i miei familiari si decideva di andare in Foresta Umbra e non c'era, per me, notizia più piacevole. Ci svegliavamo presto e montavamo in macchina. Durante il viaggio mio padre metteva i the best di Mina oppure la cassetta con le canzoni di Quelli della Notte e nei rari momenti in cui il mangiacassette taceva, mia sorella ed io ci divertivamo a cantare le sigle dei cartoni animati. Arrivati a destinazione, il giro era sempre quello: visita ai daini con tanto di fotografie che di anno in anno attestavano la nostra crescita, pranzo al sacco e percorso in foresta con sosta presso un laghetto dove spesso si incontrava qualche mucca ad abbeverarsi. Sulla strada del ritorno, a fine giornata, tradizione voleva che, causa curve e tornanti, a un certo punto l'auto si fermasse di colpo per farmi urgentemente vomitare. Poi, come niente fosse, riprendevamo allegramente il viaggio verso casa.

Nei miei ricordi le giornate brutte d'agosto sono quelle più piacevoli e divertenti, in cui si stava con gli amici o con i familiari in un clima desueto, rilassante tra tanto sole estivo, come una pausa, una vacanza nella vacanza. Sarà per questo che il cattivo tempo di questi giorni mi distende i muscoli, regolarizza il respiro e mi fa sentire come allora, in vacanza.

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