26 maggio 2008

Biennale

Ogni tanto si sentiva il profumo del mare, ieri alla Biennale dei Giovani Artisti, anche se il mare non sempre profuma da quelle parti, anzi. Erano diversi giorni che variabilmente ci avvicinavamo a questa grande manifestazione per approssimazioni successive, senza mai riuscire ad andarci, finchè l'abbiamo centrata. Dopo la demineralizzante purga del traffico barese, dopo aver scoperto che avevamo parcheggiato agli antipodi dell'ingresso ufficiale e aver circumnavigato a piedi metà Fiera del Levante, il mio amoroso sodale si è ritenuto abbastanza purificato da prendere parte al rito del panino con i gnumredd, perchè noi siamo gente conviviale.

Varcato finalmente l'ingresso della Fiera e raggiunta la delegazione moffettese, ci siamo sparpagliati nei vari padiglioni per osservare meglio una babele di facce, lingue e vestiti differenti. Un gruppo di sloveni trotterellava in giro su una cassapanca che pompava musica con un nugolo di gente danzante al seguito: era il pifferaio di Hamelin versione 2008. Altrove, sopra e sotto i palchi, c'erano piccoli e grandi concerti e un po' più in là si poteva assistere a videoproiezioni varie e ancora installazioni, quadri meravigliosi, cacate immense spacciate per forme d'arte, fotografie sconvolgenti: c'era il tutto. "Pure troppo" (cit.).

Troppo per il poco tempo che avevamo a disposizione, poco perchè i nostri sensi non sono abbastanza capaci e perchè quando ci hanno detto di sgombrare perchè stavano per chiudere, non avevo visto che un solo padiglione ma avevo già i sintomi di una intossicazione visiva. E mi sentivo stanca come se avessi camminato per ore lungo i percorsi di mondi paralleli. Fino alla fine del mese, la Biennale sarà ancora lì dove l'abbiamo lasciata ieri. Molto probabilmente ci tornerò, ma porterò la macchina fotografica.

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