19 novembre 2008

Autoritratto

Avere tempismo non rientra tra le mie caratteristiche. Al liceo ero timidissima e trascorrevo le giornate deliziandomi sul Rocci, mentre ora che dovrei incatenarmi alla sedia per dare una pernacchia d'esame, ho bisogno di contatto umano a getto pressochè continuo e non faccio altro che distrarmi. Ho fatto male i conti e ribaltato le priorità. Il tempo per godersela viene prima, poi viene il momento d'impegnarsi. Ho letto di una rara malattia per cui i bimbi invecchiano precocemente. Credo di essere affetta da un morbo esattamente speculare: sono nata vecchia e man mano che passa il tempo ringiovanisco, o meglio, regredisco. La mia età emotiva è inversamente proporzionale a quella anagrafica, per questo mi sento tutta sottosopra. Da tempo la torta di mele non mi soddisfaceva più, eppure è sempre stato il mio dolce preferito. Mi piaceva creare disegni con gli spicchi di mela sul composto ancora crudo nella tortiera e vedere attraverso la finestrella del forno la pasta che cresceva a cupola. Di punto in bianco, il mio interesse per questo dolce è svanito: il sapore mi tediava, la sua vista mi ammosciava. Ho pensato bene, allora, all'ennesimo ribaltamento psico-temporale nella mia crescita sghemba e sapete cosa ho fatto? Ho preparato la torta di mele rovesciata: mele sotto e composto sopra. Nessun disegno con gli spicchi, ma una sacra confusione di base, con aggiunta di cannella. Quando ho aperto il forno, ne ho tirato fuori il dolce al contrario più buono del mondo. Ho guardato la sua superficie piatta e inespressiva. "Il più bello è sul fondo", mi sono detta.

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