9 ottobre 2008

Della noia del fai da te

Sopravvivo a un tandem di giornate di simil-influenza e mi lancio, come nuova, nella seconda parte della settimana, in prospettiva rapidissima verso il sabato. Svegliarsi presto e vestirsi è la parte più difficile, infatti è raro che la mia faccia preveda, al posto di un grugno infastidito, il sorriso mattiniero di chi dice sì alla vita. Domani, tutti a letto presto! Ore piccole e levatacce intirizzite: il sonno mi presenta un conto lungo una vita. Se sarò insolvente, mi saranno pignorate giovinezza, grazia e bellezza. Di più sicura soddisfazione risulta mangiare un panino da campioni sul treno del ritorno a casa, mentre il paesaggio postatomico nel finestrino mi scorre accanto e mi fa pensare a tanto tempo fa, quando con le mie cugine ritagliavamo un rettangolo sul fondo di una scatola da scarpe e facevamo la televisione. Facevamo il telegiornale ed io, che ero la più piccola, finivo sempre per guardare e basta. Anche adesso, con un rettangolo ritagliato sul fianco di un treno, guardo e basta, al massimo tiro un altro morso al panino. Al primo morso il telegiornale mi mostra un orticello a ridosso della ferrovia, al terzo degli aerei lontani, poi una zona militare, un campo nomadi, una specie di metropolitana a metà, le campagne a metà, i palazzi a metà. A metà sembrano pure gli uomini, a volte, quaggiù, tra il terreno e il mare, gli ulivi e i pescherecci, le gazze e i gabbiani. Arrivo a casa, il panino è finito e il telegiornale pure ed è sicuro che, anche per oggi, le notizie sono sempre le stesse.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

dai...le notizie nn sono sempre le stesse...in questo periodo si assisteper esempio, allo scontro: "INSANA DI MENTE" VS "SANAGOLA"

Anonimo ha detto...

ma la motivazione a sostegno del mangiare il panino sul treno del ritorno a casa?

è come lavarsi i piedi mezzora prima di farsi la doccia.

Salamandra ha detto...

Perchè prendo il treno alle 14e30, cioè se non mangiassi in treno, dovrei pranzare alle 3e30 a casa, se non più tardi, e non mi va.

Maria Cristina ha detto...

...quanti bei rikordi...di quando tornavo da bari in treno (ora ci torno, ma meno spesso di quando andavo all'Uny), ancora rikordo quel profumo di sporko, il riskio id prendersi i pidokki e le zekke peggio dei kani randagi e dei ragazzini nullafacenti ke gridano kome kaimani impedendoti di leggere o akoltare la musika, ma solo i loro skiamazzi!
Xò quella distesa di ulivi kon sullo sfondo il mare è qualkosa di meravigliosamente impagabile! :-)