Due giorni fa mi sveglio con il collo bloccato e la testa inclinata di svariati gradi sulla destra. Ohibò - mi dico - ho il torcicollo! - e mi sento un po' più matura. Mia madre decide di recarsi dal medico per fare la fila al posto mio, mentre io trascorro il pomeriggio a cercare invano una posizione antalgica. All'ennesimo: "Ah! Non va bene neanche così", il cellulare squilla. È mia madre: tra tre vecchi è il nostro turno e devo farmi scarrozzare in ambulatorio. Attendo cautamente alla vestizione, con cura avvolgo l'ambaradàn cervicale in una sciarpetta e mi faccio accompagnare dal coniuge. Pago un grattino per parcheggiare, dopodichè mi presento dal medico che mi prescrive un paio di fiale da mescere e farmi sparare intramuscolo e una spuma che diventa pomata che diventa olio per uso topico. Miracolosamente, il collo quasi non migliora, ma lo stomaco inizia a regalare grandi emozioni. Se domani non sarò deceduta grazie ai farmaci iniettatimi in chiappam, avrò raggiunto un nuovo e più alto livello di invulnerabilità. L'immortalità è dietro l'angolo, ancora un piccolo sforzo. Datemi del latte cinese in polvere, orsù.
25 settembre 2008
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2 commenti:
...ma no, il latte cinese in povere non fa per te...tu non sei compresa in quel piano di regolamentazione dell'aumento demografico...
piccolina mi dispiace :-(
rimettiti (e non rimetti!) presto!
bacini ini ini...
ma "il coniuge" te li sta dando i bacini sulla bua??? Ovvero sta facendo il suo doveroso dovere?
ciauuuuuuuuuuuuuuu
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